The Last of Us Parte II – Il riassunto completo

The Last of Us Parte II - Il riassunto completo

The Last of Us part II è tra le opere più controverse della storia videoludica. C’è chi l’ha amato alla follia e chi lo vorrebbe cancellare dalla sua memoria; ma su un elemento ci troviamo tutti all’unanimità: il racconto di Naughty Dog suscita emozioni forti, e con questo grande riassunto, cercherò di farvele provare o riprovare tutte. Ci riuscirò? A voi la sentenza.

[N.B.: Se avete il piacere di visionare e non solo leggere questo articolo, e soprattutto per un immersione maggiore nell’universo di The Last of Us, consigliamo fortemente il video in fondo alla pagina, anche perché il testo è stato scritto con l’intento di lasciare alcune sequenze visive di gioco senza descriverle]

Anche perché da ora, non si torna indietro. Mettetevi comodi belli, il viaggio comincia.

Raccontare qualcosa che in cuor nostro ci fa sentire in colpa non è facile, e se la colpa è fonte di morte per gran parte degli esseri umani, sarà ancora più difficile tirar fuori le parole. La freddezza che Joel fa sortire di fronte a suo fratello Tommy, analizzano l’aspetto più grave del suo racconto: il senso di colpevolezza per lui non esiste; ha salvato Ellie da morte certa, la sua piccola per l’umanità. Per poi svelarle la grande menzogna: lei non è la cura, non esiste una cura. D’altra parte, chi non l’avrebbe fatto per la persona che ama? Metabolizzare questa rivelazione non è semplice nemmeno per Tommy, che con fare disinteressato, informa il fratello che si sta facendo tardi ed è ora di rientrare. Dunque, su una strada consumata dalla natura, tra automobili in disuso e corpi inanimi, i due galoppano verso casa, ed il tramonto sullo sfondo colora una Jackson fiorita grazie alla volontà di uomini e donne capaci di darsi forza l’un l’altro per fronteggiare un mondo in rovina da anni. Poi, giunti ai portoni d’ingresso della cittadina, i fratelli possono momentaneamente salutarsi, non prima però che Tommy rincuori a suo modo Joel.

Si è fatta sera, ed Ellie ascolta musica scarabocchiando su un diario personale, inconsapevole che Joel sia appena entrato nella stanza. Il dialogo fa notare di quanto i momenti di affetto tra i due, siano distanti oramai anni luce, e pare che il gelo sia l’elemento padrone della coppia, ma in un imbarazzo generale, Joel cerca di smorzare l’atmosfera regalando la sua voce alla ragazza.

La melodia non è l’unico regalo, e riferendosi ad una vecchia promessa di insegnarle a suonare, Joel regala lo strumento alla ragazza, allontanandosi di conseguenza. Come detto, i due sono distanti anni luce. Qualcosa è cambiato o sta radicalmente cambiando.

Quattro anni sono passati. Un insistente bussare sveglia Ellie, e alla porta facciamo la conoscenza di Jesse, un ragazzo asiatico che, con fare ironico, riesce ad estrapolarle di un bacio scattato la sera prima con Dina, ex ragazza di lui.  Digerita la figuraccia, è tempo di muoversi, mentre l’inverno e la neve coprono gran parte delle strade della Contea, considerate oramai casa dalla maggior parte dei sopravvissuti in quei 30 anni di pandemia da Cordyceps, fungo parassita che nel tempo ha decimato la popolazione mondiale.

Entrando nel pub, in cui la sera prima è avvenuto il bacio fonte di pettegolezzi, Maria, moglie di Tommy, si unisce momentaneamente a Jesse ed Ellie, informando il ragazzo che in giornata dovrà dare il cambio di ronda a Joel e Tommy, facendoci intuire che Jackson si è organizzata per liberare dagli infetti tutti gli avamposti presenti nel raggio di diversi km.

Finalmente poi conosciamo anche Dina, colei che sotto gli occhi di tutti, la sera prima ha baciato Ellie scatenando il mini scandalo. Pertanto si avvicina a lei dicendo di sentirsi in colpa, ma in realtà, il piacere emanato dal gesto in se, fuoriesce senza esprimersi troppo nell’imbarazzo generale, quasi come se il corteggiamento fosse appena iniziato.

Raggiunta la stalla e recuperati i cavalli, Jesse informa il gruppo perlustratore di essere vigili siccome gli infetti sono in continuo aumento, e accolte le parole, la comitiva si allontana a galoppo.

La scena si sposta. I soggetti cambiano. Uno chalet in mezzo al gelo dell’inverno fa da dimora ad un gruppo di persone accampate, e una ragazza si sveglia di soprassalto da un incubo. Non è la sola ad essere sveglia. Un ragazzo alla vetrata scruta il freddo paesaggio, e accortosi di lei chiede di seguirlo per mostrarle qualcosa di importante.

Avvolti dalla neve raggiungono un crepaccio, il quale fa emergere dalla ragazza il suo terrore nei confronti dell’altezza, mentre lui, incitandola a proseguire, la chiama per nome: Abby.

Giunti a destinazione, dinanzi ai due, una vera e propria cittadina con tanto di elettricità, fa da sfondo. Owen, questo il nome del ragazzo, l’ha scovata tra le montagne, ed entrambi sembra stiano cercando qualcuno ma non sanno come trovarlo, ma la grandezza della città non li aiuta affatto; Pertanto la ragazza, come se fosse del tutto normale, propone di catturare una pattuglia e farla parlare, scaturendo così una discussione. L’obbiettivo principale dei due alleati al momento è nascosto, ma ciò che è sicuro sta nella differenza sul come arrivarci; infatti Abby vuole raggiungere il bersaglio ad ogni costo rischiando anche la sua stessa vita, mentre Owen no, dal momento che Mel, sua fidanzata presente allo chalet, è rimasta da poco incinta. La notizia non passa certamente inosservata da Abby la quale, visibilmente indispettita, si allontana dal uomo. E In un attimo, l’universo rotto dall’epidemia, le ricorda di quanto sia pericoloso muoversi da sola: la ragazza viene attaccata da un Runner, primo stadio di trasformazione, nonché infetto rapido ma pur sempre poco resistente. E come il loro solito, non si muovono in solitaria, anzi. Liquidati i vari problemi, orme di cavallo si intravedono, facendo intuire la ragazza che una pattuglia sia appena passata in zona: la strada è corretta.

Nel frattempo in ronda, Ellie e Dina sono arrivate al primo avamposto, una torre radio abbandonata da tempo, ma comunque già visitata in precedenza, e la calma di quel luogo permette ad entrambe di dedicarsi ad un momento di quiete e rilassatezza, nella quale senza troppe parole, il bacio della sera precedente riecheggia con dolcezza tra ammiccamento e fugace imbarazzo.

Nel raggiungere il nuovo avamposto, vento e neve irrompono con prepotenza costringendo le due ragazze a rifugiarsi in un edificio utilizzato in passato dagli uomini di Jackson. Lì scovano una cantina appartenente a Eugene, vecchio amico e membro della comunità, nella quale coltivava erba in segreto, perciò la pausa fumo approda con piacere ed eleganza. Lo stuzzicamento prende finalmente una piega più tangibile, e giochicchiando con le parole, Dina domanda ad Ellie quanto le fosse piaciuto il bacio da 1 a 10, confermando il suo vero interesse, ma bastano pochi istanti, in cui semplicità e bellezza fluiscono, affinché domande e pensieri non hanno più alcun senso di esistere.

Se da una parte amore e corteggiamento stanno prendendo il sopravvento, dall’altra la ricerca di Abby non dà pienamente i suoi frutti, anzi, l’universo post apocalittico si fa individuare in tutta la sua crudeltà. Se ad inizio pandemia, circa trent’anni prima, gli infetti erano già tanti, ora ce ne sono a migliaia, forse milioni, ed Abby ha un’unica via di salvezza, quella in cui corpo e mente ragionano di pari passo, la fuga. E tra urla agghiaccianti e corpi contorti, nell’ultimo istante in cui il morso di un Runner sta per agguantarla, ecco che il suono rimbombante di uno sparo, la salva da morte certa. Tommy e Joel i suoi salvatori, e la corsa è appena cominciata.

Vivendo attimi di deja-vu interminabili, nella quale infetti cadono sotto i loro colpi, i tre riescono poi a sbarrare una porta, e le presentazioni sbrigative di Tommy lasciano la ragazza apparentemente interdetta. I mostri stanno per fare irruzione, non c’è tempo da perdere, quindi Abby comunica che i suoi compagni stanno stazionando in una struttura poco distante, pertanto in tutta fretta, il trio si allontanano scampando momentaneamente la minaccia.

Nel mentre, conclusa la passione, la coppia gioca e si diverte raccontandosi di come si siano procurate alcune cicatrici, e arrivato il turno di Ellie, rivela che a 14 anni, un morso di Clicker le abbia fatto comprendere, non trasformandosi, di essere immune all’infezione da Cordyceps. Per ovvi motivi, Dina non se la beve, ignara però di quanto quella sia invece pura e semplice verità.

Ma il discorso si conclude nell’immediatezza in cui Jesse irrompe nella stanza informando che Joel e Tommy sono scomparsi da un bel po’. In men che non si dica, l’atmosfera leggera prende una piega molto più oscura data dalla preoccupazione immediata soprattutto di Ellie, così i tre compagni decidono di dividersi per agevolare le ricerche. C’è qualcosa che non torna, il timore aumenta insieme ad un presentimento a dir poco negativo su quello che sta accadendo.

Intanto i tre fuggitivi giungono in fretta e furia al cancello d’ingresso della baita, che viene chiuso nell’immediatezza in cui centinaia di Runner si accalcano attendendo di cibarsi.

Appena rientrati, Owen prende in disparte Abby chiedendole dove fosse finita, ma lei ancora scossa e incredula dà risposte fuorvianti, perché le presentazioni di lì a poco avranno luogo. Tommy così si presenta, e appena il nome di Joel echeggia tra le mura, un silenzio tombale cala di netto nella stanza, aprendo le porte al terrore più cupo.

Abby, sparando con un fucile a canne mozze, fa a pezzi il ginocchio di Joel, nominando pochi istanti dopo, il suo nome completo: Joel Miller. Ella conosce perfettamente quel uomo. Tutti quanti nella stanza sanno chi è. Cosa mai avrà fatto Joel per meritarsi questo? In ogni caso, Abby non si vuole placare, ha in serbo altre atrocità per quel uomo.

La tormenta si sta tranquillizzando piano piano, ed Ellie dopo aver seguito le orme dei cavalli, giunge allo chalet, ed è in quell’istante che la quarta parete tra gioco e realtà viene distrutta. Il nostro cuore è in palpitazione, proprio come quello della ragazza. Il timore di trovarsi dinanzi alla scena più agghiacciante della sua intera vita crea il terrore anche dentro di noi. Qualcuno sta soffrendo. E il presentimento che sia proprio il suo Joel, non tarda a presentarsi in tutta la sua brutalità.

Ellie viene assalita. Per poco si difende. E poi, bloccata.

La visione che ha di fronte a se è un incubo ad occhi aperti. L’uomo dell’eterno viaggio, a terra in fin di vita, a guardarla, in attesa del colpo finale, quello che gli farà chiudere gli occhi, questa volta per sempre.

Nella stanza, il bussare insistente del giorno prima. Ma in questa occasione l’animo di Ellie è decisamente diverso, il trauma subito l’ha uccisa. E come lei, anche Tommy ha perso Joel così, senza neanche rendersene conto. Uno sparo e poi il buio. Apre gli occhi e non c’è più.

Con gli occhi gonfi di lacrime, chiarisce subito che l’idea della vendetta non è nemmeno da contemplare e il ricercare per poi assassinare i carnefici di suo fratello non ha alcun senso. Entrambi non sanno dove si nascondono e in quanti siano, e l’unico dettaglio riconducibile ad un indizio sta nella toppa vista da Tommy su uno dei giacconi degli assassini, nonché WLF, acronimo di Washington Liberation Front.

Per Ellie, quella sigla basta e avanza per avere una pista, bisogna solo avere il coraggio di prenderla. Così Tommy, chiedendole di attendere un solo giorno da organizzare il tutto, si dilegua, non prima di aver stretto la sua amica nel profondo dolore.

Se metabolizzare un trauma è difficile, farlo dopo aver visto l’assassinio davanti ai tuoi occhi, lo è ancora di più. E se ancora, qualcosa di in sospeso con la persona che non c’è più, è rimasto dentro, penso che sia tutto ulteriormente deleterio.

Ellie si fa accompagnare da Dina in casa di Joel e la sequenza successiva è peso. Nello stomaco.

In quella casa ci ha vissuto Joel Miller, uomo rude e orgoglioso, innamorato della figlia Sarah persa poche ore dopo lo scoppio dell’epidemia; un lutto affievolito solo ed esclusivamente dall’arrivo di Ellie, la ragazzina impertinente che non ha mai potuto vedere il mondo sotto una forma pressoché normale. Il viaggio li aveva uniti, l’uno per l’altro si erano dati manforte per sopravvivere, ma nel tempo quel legame si era poi spezzato. Ora Joel non c’è più, e la piccola ragazza, cresciuta purtroppo in fretta, è distrutta.

Dina chiama Ellie di sotto, mentre Maria attende con una lettera in mano. Tommy è partito per Seattle senza avvertire alcuno, di conseguenza la moglie chiede alle due compagne di partire subito per riportare indietro suo marito.

The Last of Us Parte II

SEATTLE GIORNO 1

L’inaugurazione del viaggio è presentata da un avamposto FEDRA, l’organizzazione militare che allo scoppio del contagio ha cercato di mantenere un ordine pressoché impossibile, disapprovata oltre che dalla maggior parte della gente, anche dal WLF, come denomina un cancello a cui serve energia per poterlo aprire.

La ricerca del carburante fa imbattere le compagne in un vecchio negozio musicale, e il ritrovamento casuale di una chitarra, accende in Ellie ricordi su quel brano che anni prima Joel le aveva dedicato, ma essendo il dolore troppo forte, opta poi per una melodia più leggera, facendo mutare momentaneamente la sua inevitabile malinconia.

Il Serevena Hotel, oltre il cancello, attende di essere visitato, e il telone che sventola sulla facciata principale è un chiaro riferito ai WLF, acronimo di “WOLF”, ossia “Lupo”. La dimostrazione che Tommy ha già iniziato la rivendicazione del fratello, le ragazze la trovano entrando in una stanza agli ultimi piani, in cui due corpi martoriati giacciono senza vita. Sul pavimento è stato scritto con il sangue EST 1, prossima tappa del viaggio, ma uscite dall’hotel e recuperato il cavallo, vengono bloccate da un evento decisamente spiacevole. (VIDEO)

Ellie cerca di raggiungere il fucile, ma in men che non si dica il buio irrompe con forza.

Aperti gli occhi, Jordan, uno dei ragazzi presenti allo chalet, cerca di estrapolare informazioni all’ostaggio, ma un altro uomo interrompe la conversazione; sembra che quest’ultimo abbia ricevuto degli ordini da un certo Isaac, in merito all’eliminazione della ragazza, ma al contrario, la fortuna questa volta è dalla parte di Ellie.

Non c’è tempo da perdere, l’edificio a breve pullulerà di Lupi, e recuperato una lettera dalla giacca del malcapitato Jordan, le ragazze cominciano a giocare al gatto e il topo. I Lupi sono in tanti, organizzati, abituati e istruiti a scovare qualsiasi intruso, ma anche Dina ed Ellie non sono da meno.

La lettera è stata scritta da Leaha, anch’essa presente con Abby durante l’omicidio di Joel, e riporta gli ordini di Isaac per la sua assegnazione ad uno studio TV, avvisandola che le “Iene” sono state viste in zona. Chiaramente non si riferisce al comune animale.

E nel tragitto i dubbi verso queste cosiddette “Iene” aumentano, rinforzati inoltre da un misterioso ed inquietante murales che cattura la loro attenzione.

Ma l’inquietudine non cala, anzi, il cavallo maciullato di Tommy, l’esalta nuovamente. E nel mentre Dina ha qualche problema…

Come se non bastassero la visione di Lupi uccisi, un ulteriore murales scovato, e il silenzio che aleggia tra le mura dello studio TV, il salone principale della struttura eleva la paura su un nuovo piano. Numerosi Lupi sono stati smembrati e impiccati ad indicare un avvertimento, ma di Leaha neanche l’ombra.

Il suo corpo deceduto si trova bensì al piano superiore, insieme ad alcune foto che ritraggono il gruppo dello chalet. Jordan e Leaha i primi, poi un certo Manny e infine Owen ed Abby, la ragazza con il codino, colei che deve pagarla più di chiunque altro. Di foto ce ne sono altre, ma inconsapevolmente, una voce alla radiolina avverte le ragazze che una squadra di supporto giungerà allo studio; E’ tempo di muoversi.

I Lupi arrivano prima del previsto costringendo Ellie e Dina a fuggire, prima barricandosi nell’edificio casa di uno Shambler, nuova fase d’infezione, poi passando per una metropolitana intrisa di spore da Cordyceps. La tensione non cala, uno dei vagoni cede sotto i loro piedi, lasciando libero spazio ad un Runner di pregustarsi la sua preda, ignaro del fatto che attraverso quell’azione, farà scoprire a Dina il grande segreto.

La fuga è angoscia allo stato pura. Centinaia di Runner, Clicker e Shambler cercano invano di agguantare le ragazze, ma il destino stabilisce che la fine non deve ancora raggiungerle, e Dina, devastata da quella corsa, si accascia a terra. Qualcosa non torna, non sembra solo stanchezza, ma le risposte arriveranno trovando un riparo, e il teatro a pochi metri di distanza sembra essere la soluzione migliore.

Sbarrate le porte d’ingresso è tempo di verità, e l’immunità di una persona in un mondo in cui l’infezione ha ucciso gran parte degli esseri umani, è il segreto più grande che si possa nascondere, ed Ellie ne è consapevole, ma il nuovo segreto, tenuto celato da Dina, è inevitabilmente un colpo basso.

Serve metabolizzare, e la chitarra scovata dietro le quinte del palco può e deve essere il rimedio. La ragazza prova con coraggio a ricantare per la seconda volta la melodia di Joel, ma accasciandosi sullo strumento, i pensieri e la stanchezza prendono il sopravvento.

Tra ricordi vaganti, il sonno la trasporta a tre anni prima, nel giorno del suo compleanno. Sono giorni felici, in cui Joel mostra la sua vena scherzosa e paterna verso la piccola Ellie, e lei dal canto suo, non ne è da meno; e camminando come in una favola in mezzo al verde, ecco che il regalo preparato dal uomo si mostra nella sua magnificenza.

La sequenza che da lì in avanti adorna i nostri occhi è magia: l’entusiasmo della ragazza nei confronti di ogni piccolo dettaglio dell’edificio in rovina, copre qualsiasi pensiero sul mondo in cui vivono lei e il suo Joel. Il gioco e il divertimento aleggiano nell’aria, come se in quel museo brulicassero ancora famiglie in cerca del dinosauro più grosso e cattivo.

Ma la sorpresa più grande l’uomo l’ha tenuta in serbo per la zona “astronomia”, conoscendo la passione smisurata della piccola verso lo Spazio e l’ignoto, e la riproduzione di una cabina comandi di una navicella spaziale diventa dunque la ciliegina sulla torta.

Con un euforia alle stelle, Ellie può davvero viaggiare con la fantasia.

Allora prende un casco e si sdraia a fianco a Joel.

I motori sono accesi. E’ tutto pronto.

E nessuna parola o pensiero può descrivere ciò che immagini e suoni riescono a donare.

Si è fatto tardi ed è ora di rientrare, ma la testa dura della piccola, esige di esaminare anche il piccolo zoo, pertanto si allontana momentaneamente dal suo accompagnatore, imbattendosi su un simbolo delle Luci, l’organizzazione che avrebbe dovuto salvare il mondo studiando un vaccino, e insieme al marchio, anche una scritta che non ammette illusioni: “bugiardi”; facendo scaturire in Ellie domande mai dimenticate: “Joel le aveva raccontato la verità?” “La sua immunità era davvero inutile al fine di creare un cura?”

SEATTLE GIORNO 2

La ragazza apre gli occhi. La notte è passata, e il secondo giorno dalla partenza, attende. Dina nel frattempo non è rimasta con le mani in mano, e tramite una radio è riuscita a captare gli spostamenti dei Lupi; così Ellie si rimette nuovamente in marcia, ma questa volta senza la sua compagna, essendo troppo debole per muoversi.

Hillcrest, luogo in cui i Lupi stazionano, purtroppo non rilascia nessun indizio, ma un incontro fortuito salva la protagonista dai guai, riportandola alla base. Al loro ritorno, una premurosa Dina nei confronti di Jesse, suo ex ragazzo, arreca ad Ellie sensazioni contrastanti, riportandola nuovamente a pensieri passati.

A quando, due anni prima, lei e Joel trovarono una coppia di Jackson scomparsa da giorni, dando alla ragazza la palla al balzo per domandare all’uomo del perché, il giorno in cui trovarono le Luci, lui non l’avesse svegliata prima di portarla via dall’ospedale. Ma la risposta confermò nuovamente i presentimenti di Ellie: Joel non diceva la verità.

Tornati al presente, Dina ha scoperto che l’unità di Nora, una delle ragazze presenti nelle fotografie, è legata ad un ospedale nelle vicinanze, ed essendo l’unica pista da seguire, Ellie si fionda in strada con la speranza di raggiungere anche Abby, ma il percorso verso la struttura non è semplice. Un incontro con alcuni Stalker, rischia di far concludere il viaggio prima del previsto, ma ciò che la ragazza non sa, è che negli anni, oltre a infetti e cannibali, esiste qualcosa o qualcuno che può diffondere ulteriore paura, e i fischi agghiaccianti in mezzo ad un bosco silenzioso sono solo il suo preludio.

Le famose Iene, fazione rivale ai Lupi, sono persone che nel corso del tempo hanno preferito seguire un dogma tutto loro, facendoli diventare fanatici, malati e crudeli verso chi non segue le loro usanze. Ed Ellie è indubbiamente al di fuori di queste ultime; e poco dopo, non potendo fare nulla, assiste alla pratica di “liberazione di uno smarrito”, un vecchio seguace delle stesse Iene, sbudellato da vivo come un animale.

Trovato finalmente l’ospedale e infiltrata al suo interno, Ellie punta una pistola su Nora, chiedendole dove si trovi Abby, ma la conversazione assume immediatamente una brutta piega. La ragazza di colore è veloce, e tra i corridoi riesce a divincolarsi, ma un vicolo cieco pieno zeppo di spore da Cordyceps la condanna definitivamente; ed è in questa sequenza che cominciamo ad intravedere la trasformazione di una Ellie oscurata da vendetta e odio. I suoi occhi e sguardo stanno mutando, e la violenza che ne fuoriesce, risponde al silenzio imperterrito di Nora.

Di rientro alla base, la ragazza è visibilmente traumatizzata, e con un nodo alla gola talmente stretto da non farla parlare, attende di essere curata dalla sua compagna, pressoché l’unica in grado di alleviarle il dolore, fisico e interiore. E poi, con un pizzico di voce, qualche cosa fuoriesce…

Lo shock causato dalla probabile tortura a Nora, riporta i sogni di Ellie ad un ulteriore ricordo spiacevole. Due anni prima, nel cuore della notte era scappata da Jackson in cerca di risposte all’ospedale St. Mary, luogo in cui tutto è finito e ricominciato. E nel momento in cui Joel la raggiunge e l’abbraccia in preda al panico, lei esige tutto tranne che affetto, e con fermezza mai avuta prima, riesce finalmente a porre la fatidica domanda…

The Last of Us Parte II

SEATTLE GIORNO 3

A pezzi ed esausta Ellie si sveglia. La partenza è di nuovo imminente, ma questa volta in compagnia di Jesse. Nora ha parlato di un acquario in cui si nasconde Abby, ma i segnali captati da un Lupo, accendono una discussione tra i due amici, siccome è palese che ad Ellie, al contrario di Jesse, la verità sul motivo che ha portato l’assassinio di Joel, interessa di più del ritrovamento di Tommy.

Di conseguenza i due si separano avendo obbiettivi differenti.

Le ore passano, Iene e Lupi muoiono sotto i colpi della ragazza, e giunta all’acquario, lo stabile pare sia abbandonato da anni, a parte una zona illuminata, in cui una discussione sta avendo luogo. I soggetti sono Owen e Mel, ed Ellie se li ricorda piuttosto bene, così dopo aver origliato, nell’istante successivo cerca di estrapolare informazioni sulla locazione di Abby, ma il ragazzo l’attacca senza esitazione, decretando così la sua fine e quella della sua ragazza. Purtroppo per Ellie però, la coppia non è deceduta da sola.

Troppi traumi vissuti uno dietro l’altro e troppe vittime innocenti per una singola persona, convincono il gruppo rientrato, che Jackson sarà la prossima meta. Basta spargimenti di sangue, Joel ha avuto la sua vendetta, anche se Abby, nonché colei che la scaturita, è ancora in vita, e sfortunatamente per loro, questo elemento lei stessa non vuole che sia dimenticato.

Un colpo riecheggia a teatro.

Tommy è in pericolo.

Un flashback ci riporta a 4 anni indietro, dove una giovincella Abby sta cercando suo padre, Tom. L’uomo si è allontanato di proposito per seguire un’animale che a detta sua partorirà a breve, pertanto la figlia si unisce nella ricerca. La conversazione conduce il padre a scherzare sul presunto interesse che la figlia ha nei confronti di Owen e viceversa, ma il piacevole momento viene interrotto da un fatto più importante.

L’animale sofferente ha bisogno di aiuto, e mentre Tom cerca di tenerlo fermo, Owen arriva di corsa, anch’esso in cerca del padre di Abby; Pare che egli sia una figura molto importante.

L’animale riesce a divincolarsi raggiungendo poco dopo il cucciolo partorito, e Owen preannuncia intanto un fatto sorprendente: è stato ritrovato un uomo insieme ad una ragazzina non infetta pur avendo un vecchio morso sul braccio. Non c’è tempo da perdere e i tre si allontanano.

La sequenza successiva è potenzialmente tra le rivelazioni più grandi che l’intera narrazione ci ha consegnato. Tom sta parlando con il capo delle Luci, Marlene, riguardo alla creazione di un vaccino che salverebbe l’intera umanità, ma ad un prezzo decisamente caro: la vita di Ellie, la ragazzina immune all’infezione. Infatti la donna di colore, conoscendo bene sia lei, che il suo compagno di viaggio Joel, non è d’accordo, ma la posta in gioco è tropo alta, inducendola ad appoggiare la scelta del dottore di operare, ed Abby intanto, entrata da poco nella stanza, prova a confortare il padre.

L’allarme che suona all’interno dell’ospedale assieme al suo corridoio, lo conosciamo fin troppo bene. L’abbiamo percorso prima con Joel, poi con Ellie e ora con Abby, e sappiamo perfettamente che la ragazza con il codino, sta per assistere alla scena più agghiacciante della sua intera vita.

Perdita porta dolore. Dolore porta astio e astio porta odio.

Nella sua testa l’uomo colpevole. L’uomo carnefice. Joel, l’assassino di suo padre.

SEATTLE GIORNO 1

Catapultata dall’incubo-ricordo alla realtà, Abby apre gli occhi di colpo, e di fronte a lei Manny, uno dei ragazzi complici dell’assassinio di Joel. Su una linea temporale, quest’ultimo è stato assassinato da circa 24h, Ellie e Dina hanno iniziato da poco la ricerca dei Lupi, e Tommy sta per giungere al Serevena Hotel.

Vediamo che i Lupi si sono organizzati per avere ogni confort possibile in tempo di pandemia; La comunità ha stabilito una vita pressocché normale, costruendosi nel tempo palestre, mense e scuole e, al contrario di Jackson, insediata tra le montagne innevate, hanno istituito il tutto all’interno di uno stadio.

Come compito della giornata, il capo Isaac ha ordinato a Abby e Manny di dirigersi al fronte, ma il ragazzo ha deciso di invitare anche Mel ad unirsi a loro, provando a fare da paciere tra le due donne, essendo che la ragazza incinta ha della gelosia nei confronti di Abby, siccome in passato ha avuto una storia con Owen.

Passano le ore, mentre l’affollamento di reclute in un avamposto di Lupi è la prova che qualcosa di importante sta bollendo in pentola, come se i futuri soldati si preparassero ad una guerra imminente, e per tal motivo, Abby e Manny vengono convocati da Isaac.

Il capo dei Lupi è una persona fredda, cinica e apparentemente poco socievole, ma anche lui ha i suoi preferiti, e la ragazza dal codino è una di queste. La decisione di concludere la guerra contro le Iene una volta per tutte, spinge Abby a proporre l’affiancamento di Owen, ma Isaac declina la proposta, siccome nell’ultima perlustrazione al porto, sembra che il ragazzo abbia sparato e ucciso un compagno per salvare una Iena, dettaglio ovviamente imperdonabile sia per la comunità che per lo stesso Isaac, il quale non ha mandato nessuno in suo soccorso.

Abby, testa dura, annuncia a Manny che conosce il luogo in cui Owen si nasconde essendoci stata assieme a lui in passato, ed un altro flashback ci riporta a quei momenti, in cui tre anni prima, il ragazzo l’aveva obbligata a salire su una ruota panoramica per farle superare la paura delle vertigini, quando in preda ad un atto di esibizionismo, si lasciò cadere, spronando Abby a fare altrettanto.

Come Ellie, anche loro due sono nati in un mondo già devastato dal Cordyceps, di conseguenza un normale acquario per noi, viene considerato uno zoo per i pesci da loro, non variando comunque la magia indiscussa del luogo. Infatti, l’atmosfera dolce che accompagna e coccola la coppia risuona nell’aria, e il salone di ricevimento è uno spettacolo per gli occhi, ma mai quanto la cupola principale, nella quale i sentimenti prima, e oscuri pensieri dopo, prendono il sopravvento.

E’ chiaro che l’ossessione di Joel non se ne andrà mai, almeno fino a quando non sarà stata fatta giustizia.

Il presente regala un tramonto mozzafiato, e la ruota panoramica in lontananza, l’unica destinazione per trovare Owen, ed Abby è consapevole che rifiutando gli ordini di Isaac diventerà un disertore.

Il viaggio in solitaria che attende la ragazza è come un salto nel vuoto in un territorio ostile, capitanato da folti gruppi di Iene in cerca di Lupi, e di chiunque non voglia seguire la loro dottrina. Una religione difficile da comprendere, che elimina qualsiasi libertà di scelta: o con loro, o con loro. E per chiunque non volesse perseguire il modo di vedere il nuovo universo, la morte sarà la liberazione da ogni male.

Nuovo flashback, questa volta molto più recente.

4 mesi prima, Abby riscopre l’acquario dopo tre anni, e Owen, suo padrone indiscusso, le mostra ciò che è riuscito a fare rendendolo accogliente come fosse una vera casa. Ma la parte migliore è ai piani superiori, nella personale suite natalizia che è stata eretta per lui e la sua compagna, ovviamente non Abby. Lei però è lì per un altro motivo: il fratello di Joel è stato avvistato da alcune ex Luci, quindi la ragazza non ha tempo da perdere, ed essendo l’unica pista per rintracciare l’assassino di suo padre, ha già radunato gli uomini migliori per muoversi, ma manca la conferma di ultima recluta.

Pioggia, tuoni, una fiaccola accesa e due figure incappucciate trasportano un corpo tra gli alberi di un cupo bosco che attende il nuovo spettacolo agghiacciante, ma questa volta sarà Abby la vittima. Il depravato atto di sbudellamento sta per avere luogo, ma mentre il coltello è in procinto di conficcarsi nella carne, alcuni fischi in lontananza posticipano l’esecuzione. Una ragazza asiatica, discepola delle stesse Iene, secondo la loro religione, ha smarrito la strada, e le ali spezzate devono essere l’unico rimedio.

L’azione si sussegue rapidamente: prima la matriarca viene placata da Abby, poi uccisa a sangue freddo, e infine una nuova figura emerge dall’oscurità del bosco, e nel mentre, il soffocamento della donna appesa sta per prendere il dominio.

E’ ora di combattere fianco a fianco. Lupi e Iene contro il nemico comune.

La boscaglia è una dimora di decine, forse centinaia di Stalker immersi nel buio pronti a dilaniare qualsiasi essere che si muova, e aumentando vistosamente, inducono i tre momentanei alleati alla fuga.

Lev e Yara sono fratello e sorella, e si presentano come Serafiti, vero nome della comunità delle Iene. Essi, come tutti i loro compagni, hanno la volontà di dimenticare qualsiasi cosa facente parte del vecchio mondo, e di conseguenza ogni oggetto, utensile o arma, essendo contaminata, dev’essere distrutta.

Intanto, giunti ad un prefabbricato, Abby ferma l’emorragia del braccio di Yara, sdebitandosi così per averle salvato la vita, e prima di allontanarsi, riserva anche un piccolo pensiero al ragazzino.

Il viaggio verso l’acquario è accompagnato incessantemente da una pioggia torrenziale, ma il motivo che ha spinto Owen ad assassinare un compagno per una Iena, esorta Abby ad andare fino in fondo. Ella trova l’uomo su di giri, ma ben consapevole su ciò che vuole rivelare. Il ragazzo è stanco, non ha più la volontà di combattere per una terra a cui non gliene mai fregato nulla, e le voci che girano sulla ripresentazione delle Luci in California, precisamente a Santa Barbara, lo fanno ben sperare sul futuro.

Abby in cuor suo però, non vuole privarsi di colui che è innamorata solo per alcune voci di corridoio, e dopo aver acceso una discussione in merito, la passione assume il dominio su tutto.

Nessun ricordo questa volta, bensì un sogno, in cui la ragazza corre nel corridoio del dolore. Ad attenderla tuttavia, non sarà il corpo del padre

The Last of Us Parte II

SEATTLE GIORNO 2

Che sia senso di colpa per aver abbandonato al destino due ragazzini, o bontà per il prossimo, o ancora una rivalutazione della stupida guerra combattuta tra Lupi e Iene, Abby decide di ritornare da Yara e Lev. E Raggiunta la destinazione, trova la ragazzina con la febbre alta e il braccio ulteriormente peggiorato. Ha bisogno di cure, e l’acquario può essere il luogo ideale. La visione delle due Iene non è inverosimile solo per Owen, bensì anche per Mel, che fortunatamente ha raggiunto nel frattempo il suo compagno. Utilizzando gli strumenti e medicinali corretti, lei è l’unica in grado di salvare Yara, ma raggiungere l’ospedale richiederebbe troppi giorni, dunque Lev informa che le Iene, o meglio Serafiti, sfruttano dei “ponti” per muoversi velocemente tra le zone.

Abby non ha alcun dubbio a riguardo: Yara deve essere salvata, quindi si allontana insieme al ragazzino mentre il suo rapporto con Owen viaggia sempre più alla deriva.

Nelle due ore successive l’intensità tra azione e sopravvivenza accompagna l’improbabile coppia, e comprendendo l’uno la cultura dell’altra, riescono a vedersi più come esseri umani piuttosto che fazioni rivali, facendoli avvicinare ulteriormente.

Il cosiddetto “ponte” di Lev invece, non è altro che una gru che collega strategicamente i grattacieli in rovina, e le parole del ragazzino in riferimento alle vertigini di Abby, consolano quest’ultima, la quale gli regala poco dopo, pensieri d’affetto sul motivo che l’ha spinta a ritornare per salvarli

Svariati attacchi di infetti e Serafiti non placano il duo, che finalmente approda all’ospedale separandosi momentaneamente, questo per rendere ad Abby il compito del recupero medicinali più facile possibile. Ma ad obbiettivo quasi raggiunto, viene bloccata con l’accusa di diserzione. Isaac sicuramente non è stupido, mentre il gruppo dei Lupi perdona nessuno, tantomeno i propri compagni.

La fortuna di avere Nora dalla sua parte, permette ad Abby di liberarsi, recuperare le scorte, e ritornare all’acquario insieme al suo piccolo amico.

L’attesa sull’esito dell’operazione è estenuante, ma poi finalmente la buona notizia arriva: Yara è sana e salva, mentre Abby, a cuore più leggero e soprattutto senza alcun rimorso, ritorna con i sogni al corridoio del dolore, bensì questa volta, la visione risiede in un abbraccio delicato.

SEATTLE GIORNO 3

La serenità del sogno viene volatilizzata dalla realtà, nella quale Abby incontra casualmente la compagna di Owen. Mel è colma di rancore nei confronti di quella donna, che nel tempo ha provato a portarle via il futuro padre del bambino che ha in grembo; la stessa che pur di tenerselo stretto lo accompagnerebbe a Santa Barbara insieme addirittura a delle Iene. Ma è la frase conclusiva che Abby percepisce come un coltello nello stomaco

Yara nel mentre, ha discusso con il fratello, siccome lui vuole rimanere a Seattle per ritornare dalla madre, mentre lei vorrebbe seguire Owen a Santa Barbara, e camminando nei meandri della struttura alla ricerca del bambino, la verità sul perché i due siano scappati dal loro villaggio, porta alla luce la follia dei Serafiti.

Il vero nome di Lev è Lily, questo perché l’apparente ragazzino in realtà è femmina, e considerando che la comunità Serafita l’aveva offerta in moglie ad un anziano, essa ha preferito rasarsi la testa e scappare piuttosto che sottostare alle regole totalmente opposte ai suoi sentimenti.

Il ragazzino non si trova ancora e Owen chiede a Yara di poter parlare con Abby in privato, ma lei, condizionata dalla reazione di Mel, rimane fredda sulla decisione di non seguirlo a Santa Barbara, ed un urlo interrompe la conversazione

Il preparare una barca per poi inseguire Lev richiederebbe troppo tempo, pertanto Abby decide di recuperarla al porto insieme a Yara, non avendo idea però, che il saluto freddo dato a colui che ama, sarà l’ultimo che il ragazzo sentirà. Ellie si sta avvicinando all’acquario.

Le due compagne, dato l’impedimento del braccio, si separano pressoché subito, mentre un cecchino misterioso mira verso la loro posizione, e nell’istante prima che Abby venga uccisa senza neanche rendersene conto, un uomo la salva da morte certa

Manny sta inseguendo il cecchino da ore senza nessun risultato, e con l’aiuto dell’amica sarà tutto più semplice, ma nel momento in cui l’aggiramento sta per avere successo, ecco che l’inaspettato prende forma

Il suo più caro amico e fedele alleato è volato via in un batter d’occhio. Non c’è tempo per piangerlo adesso. L’assassino non deve farla franca.

Il cecchino professionista non era niente altro che Tommy e La ricerca di Lev deve proseguire.

Il villaggio dei Serafiti è a un passo, inoltre il tempo stringe, considerando che Isaac insieme ai suoi uomini attaccherà l’insediamento in nottata, e raggiunta la grande capanna casa dei fratelli, la visione della madre morta sconvolge l’atmosfera, ma sono le parole di Lev che gravano in assoluto come un macigno.

Il cammino di rientro all’acquario è impervio e pieno di inside e i corpi giustiziati di alcune Iene lungo il percorso, riflettono su Abby sensazioni di quanto quello sia un conflitto completamente insensato. Ma una grande domanda echeggia nella sua mente: combatterebbe mai contro i suoi stessi compagni pur di salvare quelle due anime? La risposta non tarda ad arrivare.

Yara è caduta. Isaac pure. Un Lupo per una Iena. Un essere vivente per un altro. Ed Abby nel profondo di sè stessa ha definitivamente scelto da che parte stare.

Per raggiungere l’imbarcazione è necessario attraversare Haven, nucleo dei Serafiti, mentre la terribile guerra è iniziata da un pezzo. Uomini e donne periscono sotto gli occhi di Abby e Lev nello sfondo irragionevole di una carneficina impari. Fuoco e fiamme dilaniano il villaggio sotto la violenza più assidua, e i due compagni, alleati e amici, si allontanano dall’inferno, consapevoli che un nuovo capitolo della loro vita potrà iniziare.

Come ci si può immaginare, ciò che aspetta Abby all’acquario è la terribile conseguenza del passaggio di Ellie, e oltre al vedere con i nostri occhi il dolore, vorremmo poter abbracciare la ragazza, ancor di più ora che l’abbiamo conosciuta nella sua interezza.

La mappa lasciata da Ellie la porterà dritta da lei, da Tommy, da Jessie e da Dina, e la vendetta è pronta per essere consumata.

Il confronto definitivo è alle porte, probabilmente quello che io, come tanti di voi, non avrebbero mai voluto attraversare. Il contatto è di una violenza inaudita, chi per un motivo, chi per un altro, vuole assassinare il suo nemico più di ogni cosa al mondo facendolo soffrire. Colpi imperterriti soffocano gli occhi delle due ragazze che, stanche e appesantite da ogni trauma vissuto, vogliono che l’avversario perisca, e nel momento in cui Ellie sta per perdere coscienza, Dina fa il suo ingresso con la poca forza che le rimane.

Una fattoria e un tramonto. Il tempo è passato, ed una Ellie immersa nei ricordi di Joel siede su un letto, ma un verso delicato e riconoscibile la riproietta alla realtà.

Un bimbetto paffutello dai lineamenti orientali la sta chiamando, e lei con dolcezza e delicatezza lo accompagna tra le sue braccia. La madre del bimbo è di sotto che lava i piatti, e tutto l’insieme giunge a noi come la fine del dramma, si potrebbe quasi definire un lieto fine. Finalmente tutto è al proprio posto. Le due donne ballano coccolandosi. Il tramonto all’esterno colora il cielo di una pace che non si sentiva da tempo, e le parole che Ellie sussurra al piccolo J.J., acronimo di Joel e Jesse, arrivano come un colpo al cuore.

Il luogo in cui risiedono le due compagne è come un sogno avverato, vivere nella natura, liberi da tutto e da tutti in un universo che ormai ha ben poco da raccontare. Ma si è davvero liberi da ogni cosa? E in particolar modo, il passato riesce a distanziarsi da quella meraviglia? La risposta è negativa. L’orrore dentro di Ellie è immenso, e le sue paure stazionano in lei, in attesa di colpire con forza bruta.

Il tormento per non aver salvato Joel si ripete nella sua testa in un loop infinito, come se lei avesse l’obbligo di dover scontare una condanna per ciò che non è riuscita a fermare.

I giorni trascorrono, la caccia è il principale passatempo per angosce ed ansie, e in casa una figura inaspettata attende il ritorno di Ellie.

Tommy alla fine, perdendo un occhio e in parte l’uso della gamba, l’ha scampata, ma se in passato era stato il primo a voler dimenticare Abby insieme alla sua ricerca, ora è diventato il suo pensiero principale.

A detta di alcune voci, una donna forte come un toro, che si porta appresso un bambino, è stata avvistata su un tratto di costa in una barca spiaggiata. L’uomo propone ad Ellie di terminare ciò che aveva iniziato, ma al suo rifiuto, preme sulla ragazza e sui suoi sensi di colpa, come se della vendetta nei confronti di Joel non le importasse più nulla, dunque Dina interviene mandandolo via in malo modo.

E’ Notte fonda. Il piccolo J.J. e Dina dormono beati, mentre Ellie no. Dopo giorni, forse mesi, riprende la chitarra in mano, e la melodia è nuovamente fonte di dolore, riportandola a quando, durante una festa a Jackson, lei e Dina si divertivano danzando e ammiccando insieme, sino all’istante in cui le due labbra si uniscono con grande stupore di Ellie. Un atto d’amore che viene bloccato dal proprietario del locale, ritenendolo un gesto sconcio e irrispettoso, ed esagerando poi con le accuse, attiva pesantemente l’irritazione di Ellie, portando di conseguenza Joel a intervenire. Tutto fuorché quello che la ragazza desiderava.

Ellie non ha la possibilità di tornare indietro, ma può ancora percorrere la cosiddetta strada che subdolamente la fa sentire meglio: la vendetta. Così, prepara le ultime cose focalizzando la testa esclusivamente su un viso. Abby, la ragazza con il codino. Tommy ha fatto il suo effetto, e l’arrivo di Dina nella stanza è un elemento che Ellie non aveva calcolato per non affrontare la sofferenza inaudita. Nonché la sentenza di una donna stanca di attendere la pace interiore dell’altra.

Prima due piedi, poi quattro. Lev ed Abby insieme. I mesi sono passati e Santa Barbara, locazione in cui le Luci risiederebbero, è ad un passo, e la radio trovata in una casa abbandonata ne è la prova definitiva. Essi si trovano sull’isola di Catalina, vicino ad un edificio a cupola.

Abby è felice, Owen aveva ragione, tutto procede come lui aveva immaginato. Le Luci, coloro che a inizio epidemia, erano riusciti a placare la follia della FEDRA e cercare per poi trovare in Ellie un vaccino, sono ancora vive e numerose, ma quella destinazione non è mai stata così distante come in quel preciso momento.

Le Serpi sono una di quelle comunità di assassini/banditi create nel nuovo mondo post apocalittico, ed Ellie in viaggio da giorni, ha la possibilità di fare la loro conoscenza nel peggiore dei modi.

Con abilità ma principalmente totale schifo verso quelle persone, riesce prima a liberarsi, estrapolare informazioni su dove si trovi Abby, e infine salutare l’uomo a suo modo.

Il resort in cui Abby è imprigionata è il covo principale delle Serpi, e dopo un’estenuante lotta in cui l’unica a rimanerne viva è la ragazza, soggiogata da odio, rancore e come al solito vendetta, giunge finalmente alle prigioni.

Abby è giù ai pali, in spiaggia.

In una lunga camminata, la nostra Ellie è completamente sfinita, e i suoi pensieri, con lei. Dietro ad alcune palme, i cosiddetti pali emergono spiazzando la vista della ragazza e la figura indifesa della donna forte come un toro, dinanzi a lei.

La visione dell’amore incondizionato per Lev e l’accuratezza nel proteggerlo a prescindere, facendolo sdraiare su una vecchia barca, porta Ellie a scegliere il cammino di ritorno piuttosto che l’affronto diretto, ma fissando il proprio sangue, un’altrettanta visione la scaraventa nell’incubo continuo.

Abby non può lasciare quel posto viva. Ritormenterebbe i suoi sogni, i suoi pensieri e ricordi. Così, senza indugiare troppo, lo scontro finale ha inizio.

Voi che state ascoltando e guardando il video, non so come avete vissuto l’esperienza di The Last of Us, ma questo scontro è tra le sequenze più difficili in assoluto da portare a termine da videogiocatore. Perché si sta parlando di questo alla fine. Un videogioco. Eppure in quel momento, tu non sei un utente, sei colui che tramite Ellie andrà ad uccidere Abby, una ragazza che hai voluto bene ed odiato allo stesso tempo. Una persona con un cuore che ha subito una perdita dolorosa, tra le più grandi che un essere umano possa provare. E tu sei lì, a portare a termine la vendetta, attraverso le mani di quella Ellie che tanto hai amato, ma che in questo caso, vorresti solamente essere in grado di fermare.

Le spighe di grano, il trattorino e le montagne in lontananza stazionano di fronte alla fattoria.

Un luogo che Ellie ha voluto consapevolmente lasciare andare, insieme alle persone che ama di più al mondo.

Come per il primo grande riassunto, anche in questo caso mi sento di concludere qui, prima del gran finale, perché come dissi quasi un anno fa, ogni grande opera non ha bisogno di alcuna parola da parte del narratore.

Quindi, si conclude il mio racconto di The Last of Us, si un racconto di violenza, vendetta e dolore, ma soprattutto un racconto su quanto il perdono possa alleviare ogni sofferenza.

Io sono EliRedZ, grazie per avermi accompagnato in questo viaggio.

Ci risentiamo ad un prossimo video.

Ciao belli.

EliRedZ

Informazioni su Elia Rossi (EliRedz) 19 Articoli
Amante di videogiochi, musica e fumetti, EliRedZ nasce prima animatore e dopo presentatore di eventi in tutta Italia. Il pensiero di poter approfondire l’arte del videogioco insieme a tutto ciò che lo fa stare bene è un continuo motivo di stimolo per lui.

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